11 maggio 2010

Invidie


Ognuno ha le sue fisime, alcuni anche più d'una.

Una delle mie preferite e quella del "senso di inferiorità periodico". Prende quasi sempre quando ti trovi a confrontarti nella vita di tutti i giorni con individui più o meno reali a cui vorresti assomigliare, individui che guardi con la bocca aperta un tanto pensando: "Vacca miseria, ma perchè diamine non sono così!" oppure "E che cacchio, come vivrei bene se potessi fare/essere come lui/lei!".
Di recente un attacco serio mi ha colpito durante la lettura di "Fool", la rivisitazione parodica (permettete la licenza) e brillante del Re Lear del bardo. Il soggetto scatenante era proprio lui, il fool, il matto nero di corte:
un ingenuo orfano, un'amante provetto, uno stratega senza eguali, un amico sincero, un servo fedele ma caustico, irriverente, semplicemente amabile! Anche io possiedo una lingua niente male, ma manco il più delle volte della rapidità mentale per usarla...maledetto Taschino che invidia!

"Non sono triste. Solo arrabbiato perchè sei sparito tutta la mattina". "Non ero sparito. Sono stato quì tutto il tempo, a farmi tre risate con Mary". "Tre?! Siete fortunati a non aver preso fuoco, tu per l'attrito e lei per le dannate saette di Gesù". (da Fool di Christopher Moore)

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