25 maggio 2010

La felicità nelle piccole cose....


Se è vero che "nulla è più necessario del superfluo" credo sia d'obbligo chiedersi "chi" ha deciso "cosa" è superfluo?!

Riflettevo su come le piccole cose sono quelle che alla fine ci danno più soddisfazione, quelle ci portano a tenere la mente leggera come quando da bambini stavamo con la bocca spalancata difronte alle bolle di sapone o ai cartoni animati pomeridiani. Ricordo con grande emozione la potenza espressiva di uno dei tanti momenti di alta poesia del film Il favoloso mondo di Amélie, quello in cui la voce narrante descrive le cose amate dalla protagonista mentre queste scorrono in una rapida carrellata visiva sullo schermo e allo stesso modo potrei citare e mentalmente visualizzare le piccole cose che amo, quelle senza senso e quelle con un pò più di senso: le mattonelle gialle dei bagni del cinema, la casa "alla menta", il mio cane che prende il sole in terrazza, il calore del sole sul mio corpo nei primi giorni di mare, l'emozione e l'ansia della partenza e del ritorno, il sapore delle frasi più belle dei libri o dei film, la concentrazione necessaria a cucinare una pientanza, i commenti positivi alle tue opere...Piccole cose che danno conforto, necessarie, ma non superflue!

19 maggio 2010

Iperattività!?!

Ieri sera 37,3°...per alcuni è ridicolo, per me è già un febbrone! ma invece di spossarmi mi ha reso stranamente energica, quasi iperattiva direi: volevo guardare qualcosa alla TV ma ero indecisa tra 4 cose diverse, parlare con mia madre e magari preparare anche qualcosa di buona.
Hmmm....banane si, banane e cioccolata...erano un paio di giorni che volevo cimentarmi con dei muffin alla banana ma in versione gigante! Una muffin/torta...trovo la ricetta e mi metto subito a lavoro facendo zapping da un canale all'altro, con il sottofondo di mia madre che chiacchera e fà i piatti.

Ingredienti:

2 banane (io preferisco quelle poco mature)

250g di farina

125g di zucchero

175ml di latte

80g di burro

un uovo

100g di cioccolato fondente (in realtà ne ho usata meno perchè non ne avevo abbastanza)

mezza bustina di lievito e un pizzico di sale


Scaldare il forno e intanto lavare e sbucciare le banane. Tagliarle e frullarle con il latte e lo zucchero. Spostare il composto in una terrina più ampia e aggiungere il burro fuso mescolando, il sale, l'uovo precedentemente sbattuto, la farina setacciata, il lievito e infine il cioccolato a scaglie. Imburrare e infarinare una tortiera, colarvi l'impasto e infornare a mezz'altezza a 180° per 30-35 minuti.
Buon appetito!!!

17 maggio 2010

"...noi ti vogliamo mangiare - così tanto ti amiamo!"

Dentro ognuno di noi c'è un mostro selvaggio...è innegabile!

Un calderone di istinti primordiali, di cose selvagge che ribollono inesorabili e che altrettanto inesorabilmente DEVONO essere domate per far fronte al vivere civile, al vivere comune, al nostro crescere e diventare adulti.
"Il paese delle creature selvagge" (un titolo forse meno evocativo rispetto all'originale Where the Wild Thins Are) diretto dal giovane Spike Jonze (già regista di Essere John Malkovich e Il ladro di orchidee) con tutto il supporto del vero indiscusso padre dell'opera, il maestro di libri per l'infanzia Maurice Sendak (al cui libro omonimo il film si ispira e che spesso per così dire amplifica fornendo una forte dimensione visiva che và ad approfondire i temi già trattati dall'autore/disegnatore) è un opera forte e struggente, che toccherà le corde più intime e segrete di ognuno di noi, parlando a quel piccolo mostro selvaggio che ci accomuna e che non è scomparso del tutto, ma giace sopito dall'esigenza di vivere con il prossimo, non di divorarlo con il nostro amore, ma di sederli affianco. Un processo che è possibile solo con il contributo di un altro, che come la madre del piccolo Max sa farci trovare un pasto caldo anche dopo essere stato maltrattato e dopo le mille lunghe peripezie in cui ci siamo abbandonati al vivere secondo l'instinto piuttosto che secondo natura!

13 maggio 2010

Cucinare per impegnare il corpo e la mente

Che il cibo sia indispensabile per vivere direi che è una considerazione abbastanza banale, ma che sia anche una efficace "terapia occupazionale" è già più difficile da credere, a meno che non si abbia avuto la fortuna di provarlo più di una volta sulla propria pelle.
Fate una piccola prova anche voi!



CARROT CAKE
(per macchina del pane)



• 2 uova
• 165g brown sugar
• 120g olio oliva
• 120g noci, a pezzettini
• 120g carote grattate
• 1/2 cucchiaio da te di cannella
• 90g di farina che lievita da sè (self raising)
• 90g farina normale
• 1 cucchiaino da te di bicarbonato di soda



Metter gli ingredienti nell'ordine nella macchina e premere il
programma cake (dolci), selezionare crosta chiara (light) e 750g
misura della pagnotta.
5/8 minuti dall inizio del programma aprire il coperchio e spingere
con una spatola di legno ciò che si è attaccato alle pareti. Chiudere
coperchio e lasciare continuare il ciclo. A ciclo finito controllare la
cottura e se credete aggiungete tempo al ciclo, se la macchima lo
permette.

Suggerimento per il topping (strato da mettere sora il carrot cake
ultimato)
• 125 formaggio cremoso (cream cheese)
• 25g burro morbido
• 2cucchiai da tavola di succo di limone
• 125g zucchero velo
Sbattere gil ingredienti finchè non si ottiene un composto
cremoso. Conserare in frigo!!!

12 maggio 2010

Far away


Giornate come questa riportano la mia mente a lidi lontani.
Spazi selvaggi al confine tra terra, mare e cielo, dove il vento spira forte sollevando sabbia e trasportando veloci ogni sorta di uccelli marini. Una terra lontana e placida che porta a riflettere su quanto gli uomini dovrebbero far tesoro del vivere ogni singolo giorno a pieno, cullati dalle quotidiane incombenze senza troppo pensare a domani. D'altra parte poco importa se anche domani tira vento, se quando si fa sera il sole viene oscurato dalle nubi o se tra qualche secondo comincerà a piovere...non sono certo questi i veri problemi della vita. Ravvivare la torba nella stufa, sfornare qualche scones per la giornata appena iniziata, prepararsi a percorrere pochi km in auto per immergersi nel proprio lavoro preoccupandosi solo di salutare i vicini, mettere fuori il gatto e fare del proprio meglio. Piccole cose che diventano immense in un luogo dove il tempo pare essersi fermato, dove la natura regna sovrana e incontrastata cullando ogni singolo uomo, suo figlio, con materna e all'occorrenza matrigna mano.
"Tornare" è il pensiero che mi assale, che attanaglia il mio cuore con una nostalgia calda come una ferita appena inferta. L'unico luogo che ha fatto sgorgare lacrime dai miei occhi, che mi ha fatto pregare di non partire e rinnegare ogni singola cosa costruita in tanti anni nella mia calda terra natia.

11 maggio 2010

Invidie


Ognuno ha le sue fisime, alcuni anche più d'una.

Una delle mie preferite e quella del "senso di inferiorità periodico". Prende quasi sempre quando ti trovi a confrontarti nella vita di tutti i giorni con individui più o meno reali a cui vorresti assomigliare, individui che guardi con la bocca aperta un tanto pensando: "Vacca miseria, ma perchè diamine non sono così!" oppure "E che cacchio, come vivrei bene se potessi fare/essere come lui/lei!".
Di recente un attacco serio mi ha colpito durante la lettura di "Fool", la rivisitazione parodica (permettete la licenza) e brillante del Re Lear del bardo. Il soggetto scatenante era proprio lui, il fool, il matto nero di corte:
un ingenuo orfano, un'amante provetto, uno stratega senza eguali, un amico sincero, un servo fedele ma caustico, irriverente, semplicemente amabile! Anche io possiedo una lingua niente male, ma manco il più delle volte della rapidità mentale per usarla...maledetto Taschino che invidia!

"Non sono triste. Solo arrabbiato perchè sei sparito tutta la mattina". "Non ero sparito. Sono stato quì tutto il tempo, a farmi tre risate con Mary". "Tre?! Siete fortunati a non aver preso fuoco, tu per l'attrito e lei per le dannate saette di Gesù". (da Fool di Christopher Moore)

10 maggio 2010

Un passo alla volta...


La poca voglia di studiare porta a occupare il tempo in mille modi spesso più o meno utili e più o meno produttivi.
Questo illuminante stato di cose e il bisogno feroce di dare sfogo ai pensieri mi ha spinto ad aprire un blog, ma non mi ha reso in grado, almeno non ancora, di decidere quale sarà il suo contenuto.
Mettiamola così, prenderò quello che viene da ogni giorno, nella speranza che questo modus operandi possa anche essere di ispirazione ad una annata nata sotto una buona stella per la sfera del tempo libero e sotto una stella matrigna e puttana per tutto il resto...